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La Dott.ssa Paola Pedinotti risponde alle vostre domande
gentile dottoressa, le scrivo per chiederle un consiglio, anche se mi rendo conto sia difficile darlo, in ogni caso...
mia sorella ha dei disturbi d'ansia e/o di panico: palpitazione accelerata, crisi di pianto, forti mal di testa... lei sostiene che ciò che le accade è frutto di un qualcosa di fisico, cioè di un disturbo fisico a livello gastrointestinale che poi le provoca un malessere, l'ansia appunto...ha fatto parte di un gruppo di autoaiuto, ma non si sentiva supportata dagli altri partecipanti, forse perchè molti di loro facevano uso massiccio di farmaci e avevano alle spalle storie assai difficili...quindi ha rinunciato...mi rendo conto di esserle da supporto ma mi chiedo se basto io a farla star meglio, e mi chiedo anche quanto sia giusto che stia bene solo quando ci sono io...
cosa posso fare? come posso accompagnarla in un percorso anche psicologico e psicoterapeutico? Paola Pedinotti, 21-03-2008 10:47:21 Gentile Alessandro, mi pare di intuire che sua sorella si sia già sottoposta a tutti i controlli medici per escludere eventuali disturbi organici relativi ai sintomi che presenta, più attribuibili, secondo me, ad un “disturbo di somatizzazione” che alla categoria “attacco di panico” vero e proprio.
Cosa possiamo fare per un problema d’ansia somatizzato come quello di sua sorella? Il disagio di sua sorella ci avvicina all’area dell’emotività ovvero alla tendenza, praticata nel tempo e consolidata, ad evitare eventuali dolorosi conflitti emotivi spostandoli nell’area somatico-corporea più controllabile. Ciò rende comprensibile l’attribuzione dei sintomi, come dice sua sorella, a qualcosa di fisico. Oltre a questi disturbi, sua sorella come vive? E’ una ragazza che studia, che lavora, che ha amicizie e legami? Mi pare di capire che la sua vita, come avviene in questi casi, sia sempre meno aperta alle risorse sociali.
Lei Alessandro sta partecipando intensamente al vissuto doloroso di sua sorella e si sente, giustamente, un valido supporto per la stessa ma, nel medesimo tempo, si rende conto, dei limiti di questo aiuto. Infatti sua sorella continua a star male ed anche lei, di conseguenza, si sente inadeguato se non può esserle “sempre” vicino.
Penso che per sua sorella sarebbe indicata una psicoterapia individuale. Per aiutarla a superare il disagio del primo incontro potreste chiedere un primo appuntamento insieme. Sarà poi l’operatore a valutare la possibilità per sua sorella di proseguire da sola o, ancora per qualche seduta, di avvalersi del suo supporto.
Spero di avere risposto alla sua richiesta, resto disponibile per ulteriori chiarimenti.
Con viva cordialitĂ e molti auguri.
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
bea (lecco, 19-03-2008 14:06:21, )
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Gentile psicologa, sono una studentessa di medicina. Vivo da 3 anni in una città universitaria, lontana da casa, mi trovo bene sia come studi (sono in regola con gli esami) sia come amicizie e sono contenta perché vivo da un anno una storia d’amore con un ragazzo meraviglioso. Sarebbe bella la mia vita se non avessi tanta voglia di piangere ogni volta che penso ai miei genitori.
Sono molto rigidi e formali e si aspettano da noi figlie (ho una sorella piĂą piccola) impegno continuo e traguardi sempre nuovi.
Il mio ragazzo, che non fa l’università , non è abbastanza per loro e così pure tutto quello che faccio io è solo dovuto. Mio padre fa continui discorsi, quello che conta nella vita è procedere verso nuovi obiettivi.
Per me, che sono sempre stata timida e insicura, è importante il calore delle amicizie e l’affetto del mio ragazzo. Scusi o sfogo e aspetto la sua risposta.
Paola Pedinotti, 21-03-2008 11:51:13 Cara Bea, sono solidale con te. La vita non può essere fatta solo di doveri, impegni e traguardi da raggiungere. Tu sei ricca di affetti, senti il calore rassicurante delle nuove amicizie, il piacere di condividere col tuo ragazzo nuove risorse emotive. Sei anche molto dispiaciuta perché i tuoi genitori, per il momento, presi dalle loro paure, non riconoscono la bellezza che c’è in te. Io penso che questo sia solo un passaggio, loro ti apprezzano ma credono sia loro compito spronare sempre più. Tu hai tutto il diritto di vivere serenamente la tua vita. La tua gioia di vivere sarà più forte delle loro paure. A volte i genitori possono imparare dai figli.
Non lasciarti ferire, cerca di comunicare comunque i tuoi sentimenti come sei riuscita a fare con la tua bella lettera.
Con affetto
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
Lalla (Carvico, 12-03-2008 11:50:23, )
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Dottoressa, sono Livia, ho 22 anni, sono una ragazza molto logica e razionale e ragiono in termini di “ è tutto bianco oppure è tutto nero”. Cerco di impegnarmi a fondo in tutto quello che faccio perché mollare è segno di debolezza, ed io odio essere debole, però vado avanti con caparbietà ma senza la minima fiducia in me stessa. Se le cose vanno male me ne assumo il carico ma poi quando vanno bene tendo a minimizzare o ad attribuirne il merito agli altri. Tendo a nascondermi, a rendermi invisibile, ad isolarmi. Se provo a parlarne, gli altri mi dicono che sbaglio che dovrei provare ad essere diversa. D’accordo, ma come si cambia? Sono profondamente triste anche se non ci sono motivi gravi per esserlo come ad esempio un lutto o altre disgrazie.
Sono confusa, ho pensato all’analisi ma non ho i soldi. Da dove cominciare per uscire da questo crescente senso di inadeguatezza?
Grazie tante.
Paola Pedinotti, 12-03-2008 19:43:01 Livia cara, complimenti per la chiarezza e l’onestà con cui riesci a descrivere le tue sensazioni e questo è sicuramente un valido inizio per il cammino interiore che vuoi intraprendere. Credo che potresti rivolgere, sul territorio, ad un servizio pubblico che offra assistenza psicologica. Informati presso l’ASL della tua zona e vedrai che l’importo del ticket è accessibile.
Per quanto riguarda il privato ci sono vari professionisti ed un’ampia scelta di prezzo e poi l’analisi è sicuramente un buon “investimento” nel senso che, aprendoti alla conoscenza, rende possibile l’apertura a nuove strade ed idee. Potresti recuperare quella fiducia che senti mancare quando incontri alcune difficoltà sul tuo percorso e scoprire nuove possibilità per trovare quei “soldi”che ora non hai.
Come vedi hai giĂ cominciato a trovare, da sola, una soluzione al tuo disagio, adesso non ti resta che proseguire ed io credo che tu abbia tutte le possibilitĂ per farcela.
In bocca al lupo.
Paola Pedinotti, Psicologa, Psicoterapeuta
Adelaide (Bergamo, 07-03-2008 12:12:52, )
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Gentile Dottoressa,
le scrivo per sottoporle un serio problema che mi affligge. Ho 38 anni e dopo un periodo di profonda crisi, grazie anche all’aiuto di un counselor, sono riuscita a stare meglio rivalutando le mie risorse ed instaurando buoni rapporti di amicizia. Non riesco però, ancora, ad avere una sana e duratura relazione di coppia. Ciò mi angoscia perché continuo a vivere storie sbagliate con persone che non mi amano, soffrendo per i ripetuti abbandoni.
Desidero intensamente un compagno ma vivo continue delusioni. Il counselor può aiutarmi a cambiare oppure sarebbe meglio una terapia?
Vorrei un parere per evitare altri errori.
La ringrazio per il suo aiuto.
Paola Pedinotti, 08-03-2008 21:22:34 Cara Adelaide,
complimenti per il percorso che ha effettuato fino ad ora, per la sua crescita personale dopo un periodo di profonda crisi.
La psicoterapia è un processo di conoscenza che potrebbe aiutarla a comprendere ciò che lei desidera veramente. Il suo potrebbe essere un problema di autostima o forse potrebbe essere legato ad un conflitto tra il volere un compagno o il volerlo solo in parte.
Un terapeuta potrebbe aiutarla a conoscere le dinamiche profonde del suo attuale disagio e a sviluppare le sue potenzialitĂ nella relazione di coppia.
Con i migliori auguri
Paola Pedinotti, Psicologa, Psicoterapeuta
Arianna (Brescia, 06-03-2008 08:38:22, )
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Salve, ho problemi sessuali col mio ragazzo ossia quando lui prende l’iniziativa io mi irrigidisco e il solo pensiero dell’atto sessuale mi terrorizza. Riesco invece ad essere molto affettuosa con lui con abbracci e carezze, mi fa piacere coccolarlo. A lui tengo molto perché mi aiuta a dare un senso alla mia vita che prima di incontrarlo era molto burrascosa e senza alcun rispetto per il mio corpo. Vorrei farlo felice ma sento che è proprio il mio corpo ad impedirmelo. Mi può suggerire una soluzione? Spero proprio che mi risponda. Grazie. Paola Pedinotti, 08-03-2008 21:10:49 Cara Arianna, mi pare di sentire che stai vivendo un momento molto importante nella tua vita affettiva e questa scoperta preziosa accresce le tue aspettative di essere all’altezza, di non sciupare le cose “buone” che hai iniziato ad assaporare. Mi sembra che questa sensibilità agli affetti possa essere per te una grande risorsa una via per conoscere gli altri, il tuo ragazzo, ma soprattutto te stessa.
Credo che ti possa essere molto utile un percorso di conoscenza. Il tuo corpo ti sta dicendo qualcosa, ti dĂ un segnale di qualcosa che non funziona come vorresti. Una psicoterapia potrebbe aiutarti ad approfondire la tua storia e a dare un senso al conflitto che stai percependo e che ti impedisce di essere felice come desideri.
Ti faccio molti auguri.
Paola Pedinotti, Psicologa, Psicoterapeuta
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