Gentile psicologa, sono una studentessa di medicina. Vivo da 3 anni in una città universitaria, lontana da casa, mi trovo bene sia come studi (sono in regola con gli esami) sia come amicizie e sono contenta perché vivo da un anno una storia d’amore con un ragazzo meraviglioso. Sarebbe bella la mia vita se non avessi tanta voglia di piangere ogni volta che penso ai miei genitori.
Sono molto rigidi e formali e si aspettano da noi figlie (ho una sorella più piccola) impegno continuo e traguardi sempre nuovi.
Il mio ragazzo, che non fa l’università , non è abbastanza per loro e così pure tutto quello che faccio io è solo dovuto. Mio padre fa continui discorsi, quello che conta nella vita è procedere verso nuovi obiettivi.
Per me, che sono sempre stata timida e insicura, è importante il calore delle amicizie e l’affetto del mio ragazzo. Scusi o sfogo e aspetto la sua risposta.
Paola Pedinotti, 21-03-2008 11:51:13
Cara Bea, sono solidale con te. La vita non può essere fatta solo di doveri, impegni e traguardi da raggiungere. Tu sei ricca di affetti, senti il calore rassicurante delle nuove amicizie, il piacere di condividere col tuo ragazzo nuove risorse emotive. Sei anche molto dispiaciuta perché i tuoi genitori, per il momento, presi dalle loro paure, non riconoscono la bellezza che c’è in te. Io penso che questo sia solo un passaggio, loro ti apprezzano ma credono sia loro compito spronare sempre più. Tu hai tutto il diritto di vivere serenamente la tua vita. La tua gioia di vivere sarà più forte delle loro paure. A volte i genitori possono imparare dai figli.
Non lasciarti ferire, cerca di comunicare comunque i tuoi sentimenti come sei riuscita a fare con la tua bella lettera.
Con affetto
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta