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DISTURBI
PSICOSOMATICI
I
latini dicevano "Mens sana in corpore
sano" sottolineando l'influenza
reciproca esercitata dal benessere
mentale e fisico.
Tutti
abbiamo vissuto l'esperienza di un calo
di rendimento fisico in condizioni di
stress o in seguito ad avvenimenti
emotivamente coinvolgenti. Comunissimi
fenomeni psicologici, come una leggera
emozione di gioia o di paura, possono
ripercuotersi sull'organismo causando
tachicardia; di contro un banalissimo
disturbo organico, come il raffreddore,
può ripercuotersi sull'umore causando
notevole irritazione.
In
alcuni casi il cumulo di tensione
trattenuta costituisce il trauma che
porta alla struttura difensiva
psicosomatica.
Insieme
a disturbi puramente organici il corpo
può manifestare disfunzioni il cui
significato sta in qualche forma di
sofferenza psicologica. Il corpo, in tal
caso, ci avverte o come dice la massima
di Pascal "La malattia è un luogo in cui
si apprende". I malesseri e le malattie
del corpo sono segni di fuga, quasi dei
vantaggi psichici, che ci costringono a
guardarci dentro, anche nostro malgrado,
a scoprire simboli nascosti dietro
sintomi e a individuare e comprendere il
lato spirituale del corporeo.
Secondo
Siegel il cervello umano, nella sua
componente genetica, è fortemente
orientato a essere sociale, il cervello
è un organo sociale. La neurobiologia
del clinico è parte fondamentale del
processo terapeutico, il metodo non può
prescindere dalla relazione.
L'EMDR
è una psicologia bipersonale, poichè i
cervelli umani sono "cablati" per
interagire a livello relazionale, e
poichè il cervello fa parte del corpo,
l'EMDR E'
quasi più una psicologia "bi-somatica",
che una psicologia "bipersonale".
Il
filosofo francese Maurice Merleau-Ponty
scrive: "E' attraverso il mio corpo che
capisco le altre persone". Il ricordo
della sofferenza psichica, celato a
livello emotivo, viene conservato a
livello fisico o cellulare ed influisce
sul nostro stato di salute.
E'
importante arrivare alla consapevolezza
del legame emotivo con l'origine della
malattia; a volte ciò coincide con un
ritorno della vita emotiva che, in vari
pazienti con disturbi psicosomatici, può
apparire completamente inibita.
Guarire
significa rintracciare in se stessi il
corrispettivo psichico dei disturbi
fisici. I disagi psicosomatici più
frequenti, e più chiaramente connessi al
vissuto psicologico, sono quelli
dell'apparato digerente (crampi, spasmi,
bruciori, ulcere, dissenteria),
dell'apparato cardio-circolatorio
(palpitazioni, tachicardia, asma) e
dell'apparato sessuale (frigidità,
vaginismo nelle donne e impotenza
parziale come l'eiaculazione precoce
negli uomini).
La
causa dei disturbi psicosomatici
potrebbe dipendere, secondo alcune
scuole di pensiero, da conflitti
ideo-affettivi profondi. Questi pazienti
difficilmente riferiscono sentimenti
quali rabbia, scontentezza, paura,
insoddisfazione, delusione; la loro
personalità è spesso caratterizzata da
grande meticolosità, pignoleria, amore
per l'ordine fino a modalità ossessive.
Ricordo
la sofferenza di un giovane paziente,
che chiamerà Emanuele, quando è entrato
la prima volta nel mio studio
chiedendomi di aiutarlo. Emanuele si
presenta bene, sistema con ordine e
calma i suoi oggetti personali prima di
sedersi. Ha 24 anni e sopporta, da due
anni, una serie di sintomi che descrive
come un continuo peso allo stomaco,
formicolio agli arti, dolore al petto,
pesantezza alle gambe, nodo alla gola,
difficoltà di respiro. Mi dice che, in
alcuni momenti: "è come se respirassi
ammoniaca".
Accanto
a tali dolorose percezioni, cui non
corrisponde alcun deficit organico, mi
colpisce in Emanuele l'assenza di ogni
espressione emotiva. Si muove, in
genere, anche nella relazione
terapeutica, come un piccolo personaggio
robotizzato.
Solo
dopo qualche mese di incontri può
iniziare a percepire alcune sensazioni.
Dice di provare, a volte rancore e
risentimento e teme di perdere il
controllo cioè di fare quelle cose
orribili che si leggono sui giornali.
Nella
relazione con Emanuele è fondamentale la
verbalizzazione delle emozioni che vive,
anche quelle negative verso la terapia
per confermare il diritto ai propri
stati d'animo ed avviarsi al loro
graduale riconoscimento, spostando il
fulcro del suo senso vitale, dalla
prevaricante e soffocante razionalità
alla imprevedibilità e giocosità
emotiva.
Così,
talvolta, quando "teme di perdere il
filo", sottolineo e gioco con questa
possibilità del lasciarsi andare che ci
consente di esplorare nuove sensazioni.
Disturbi Psicosomatici
Apparato Digerente, Cardiocircolatorio, Sessuale
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