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UNA TERAPIA FAMIGLIARE

La terapia con la famiglia di Francesca è iniziata nell'aprile 2002 e si è conclusa nel mese di marzo '03. Sono state fatte 13 sedute compresa l'ultima seduta di follow-up con la mamma.


Sono stata contattata dalla madre di Francesca, 19 anni, con una vaga richiesta per il disagio familiare  causato dell'anoressia della figlia. La signora Giulia, casalinga,  mi chiede consigli su come comportarsi.
La sua è una famiglia monoparentale, si è infatti separata dal marito Gianni cinque anni fa. E' composta oltre che dalla stessa Giulia (anni 50), da Francesca (19 anni) e dal figlio Sergio di 23 anni.
Vivono in una propria abitazione di fronte alla casa della nonna materna di 84 anni.
Gianni(56 anni), operaio, convive in un altro paese con una nuova compagna.
Dal primo colloquio emerge una notevole divisione fra i componenti della famiglia in termini di genere. La mamma è quella che da i consigli, il padre quello affettuoso e che coccola.
Sergio, musicista, ha un buon rapporto con il padre; appare conflittuale il rapporto di Giulia con Francesca mentre è freddo e pieno di paura di sbagliare quello di Giulia con il fratello. Sia Giulia che Francesca si lamentano dei silenzi di Sergio e paiono un po' stupite di quanto lui sia affettuoso con il gatto di casa.
Francesca, che frequenta l'università e lavora,  mi dice, piangendo, che il fratello non gli parla mai.
Alla seconda seduta partecipa tutta la famiglia compreso il padre, invitato su mia richiesta, dai figli.
Che cosa chiedono ai colloqui familiari? "Un confronto per stare meglio". Chi sta peggio?
Francesca dice di non riuscire a "mandare già" i silenzi della madre e pare poco convinta della serenità di Sergio.
Sergio introduce la preoccupazione per lo stato psico-fisico di Francesca (anoressica).
Giulia dichiara tutta la sua disperazione di sentirsi una nullità: come moglie ha fallito, come madre si sente rifiutata da Sergio ed è in conflitto con Francesca.
Secondo Gianni, la persona che sta più male è Giulia.

Terza seduta
"Se tutti fossero felici"....Francesca mi interrompe e dice, piangendo, che non riesce ad immaginare questa possibilità.
La madre si dice preoccupata per la figlia: "Sarebbe come perdere un altro figlio"....
Emerge il peso distruttivo di un lutto non elaborato, il "lutto congelato" di cui parla Racamier.
Il primo bambino della coppia, Francesco, come la nostra paziente designata, è morto dopo pochi giorni di vita a causa di una malformazione congenita.
Gianni appare molto d'accordo con me quando parlo di una famiglia che "sa e non dice". Molti silenzi devono essere interpretati. Anche Francesca soffre i silenzi, dice che le persone cambiano ed occorre verificare sempre. Ogni componente della famiglia rispetta il silenzio imposto dal dolore partecipando all'equilibrio omeostatico che costruisce il mito.


Prescrivo il rituale del lutto che permetta a tutti i componenti della famiglia di dare un senso alla perdita precoce del piccolo Francesco consentendone la separazione e la prosecuzione della vita.
Gianni ricorda che Giulia, alla nascita di Sergio, non riusciva a cullarlo perchè gli sembrava di tradire il figlio morto.


Quarta seduta e successive
La famiglia appare più rilassata. Il rituale ha portato forti emozioni. Francesca ha sollecitato Giulia a "staccarsi" dal piccolo Francesco.
Giulia, Francesca e Sergio dicono che in casa si sta meglio, è diminuita la tensione, i ricordi infantili riaffiorano ed acquistano senso.
Rispetto al numero delle sedute(siamo all'ottava) Sergio pensa di essere a buon punto, il padre di essere venuto più volte del previsto, la madre di essere a metà percorso, Francesca dice di incominciare a vedere il bandolo della matassa. Dipende dalle aspettative di ciascuno.
Francesca chiede di poter ridere in casa, ha bisogno di leggerezza.
Nelle quattro sedute successive la comunicazione familiare diviene più aperta. I figli progettano i propri spazi di autonomia, Gianni si dichiara soddisfatto del suo lavoro e della sua nuova vita, Giulia progetta per sè un viaggio che la terrà lontana un mese.
Giulia sente la stima e l'affetto dei figli ed ha fiducia nelle loro potenzialità. Anche se Sergio è silenzioso, Francesca sente che le è comunque vicino.


Nell'ultima seduta, a distanza di sei mesi, i progressi paiono confermati e per Francesca si aprono molte prospettive. E' uscita dal tunnel dell'anoressia, si è laureata e finalmente ha una relazione stabile con il ragazzo di cui è innamorata.

Coppie e famiglie con problemi di relazione

Terapia famigliare

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