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La Dott.ssa Paola Pedinotti risponde alle vostre domande
Gentile dottoressa, sono Simona, ho 20 anni e frequento l'università .
Ho difficoltà in ogni relazione, non ho praticamente amici.
Ho iniziato a bere, talvolta mi abbuffo ed in passato ho avuto comportamenti autolesionistici fino ad un tentato suicidio.
Oggi oscillo tra grandi abbuffate, lunghi digiuni e continuo a procurarmi tagli sul corpo. Con mia madre c'è conflitto mentre mio padre è praticamente inesistente. Può aiutarmi a spiegare quello che mi succede?
Grazie
Simona Paola Pedinotti, 21-02-2008 18:31:04 Cara Simona, c’è molto dolore nella sua vita. Ci si ferisce per paura di non essere capiti, di essere giudicati negativamente. L’affamarsi e poi abbuffarsi, l’assunzione di alcolici possono considerarsi forme molto subdole dell’autolesionismo. Non è facile trovare una risposta, spesso non c'è una sola spiegazione. Ogni persona ha i propri motivi. Ci si ferisce per scaricare lo stress. Si cerca di tramutare la sofferenza emotiva, inafferrabile, in sofferenza fisica più comprensibile ed accettabile. Può essere un modo di dire agli altri che si sta davvero soffrendo. Ci si può curare anche farmacologicamente, per ridurre la tensione, ma è indispensabile una terapia psicologica per elaborare il disagio profondo che si nasconde dietro i suoi sintomi. Intervenire precocemente aiuta a rendere più veloce il percorso. L’abbraccio con molto affetto
Paola Pedinotti, Psicologa, Psicoterapeuta
gemma (como, 24-01-2008 10:11:20, )
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Gentile dottoressa, mia figlia Jenny soffre di depressione da circa 10 anni, adesso ha 32 anni. Per tutto questo tempo ha seguito diverse cure farmacologiche ottenendo benefici e miglioramenti a volte molto buoni; a volte si ripresentano crisi saltuarie con desideri suicidari. Ha anche pensieri ossessivi ricorrenti relativi alla sessualità o alla realizzazione sul lavoro. Vorrei sapere se è conveniente proseguire con i farmaci(attualmente assume Ziprexa e Efexor) o se sarebbero preferibili altre cure.
Grazie per l'attenzione Paola Pedinotti, 24-01-2008 18:46:01 Cara signora Gemma, la depressione di sua figlia pare importante e profonda, sembra aver impegnato gli psichiatri in modo serio ricorrendo ai farmaci più garantiti dall'attuale ricerca farmacologica.
Quello che mi sentirei di suggerire, parallelamente al trattamento farmacologico, è un aiuto psicoterapeutico di cui, mi pare di capire, sua figlia non ha fino ad ora usufruito. Una psicoterapia costituirebbe un supporto psicologico che, affiancando la cura dello psichiatra, potrebbe dare ai benefici ottenuti fino ad ora una maggiore continuità e stabilità .
Le auguro ogni bene
Paola Pedinotti, Psicologo, Psicoterapeuta
giada (Milano, 27-11-2007 10:22:04, )
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Dottoressa, io sono Angela, ho 32 anni, sposata da nove, ho due splendidi bambini di 7 e 4 anni. Il motivo per cui le scrivo è che soffro da mesi di vertigini al punto da non poter, a volte camminare. A questo si è aggiunta la sensazione di svenire e di perdere il controllo del mio corpo, questo mi succede mentre parlo con altre persone ma non sempre. Ho anche abbondante sudorazione e talvolta tremori alle braccia e alle gambe. Mi sono sottoposta a varie visite ed analisi mediche e tutte sono risultate negative. Le chiedo consiglio su quale cura iniziare. Sono molto spaventata, nonostante le rassicurazioni dei medici infatti temo, qualche volta, di avere un brutto male. La ringrazio di cuore Paola Pedinotti, 02-12-2007 20:00:02 Cara Angela, i suoi sintomi farebbero pensare ad un classico disturbo d'ansia anche se le consiglierei un ulteriore approfondimento diagnostico tramite il suo medico curante(l'equilibrio ormonale potrebbe essere un fattore da tenere presente).
Ma le vertigini, spesso, hanno un'origine psicologica nel suo caso potrebbero essere il risultato di una percezione disturbata a causa di uno stress prolungato che ha determinato una iperattivazione nervosa. Tale processo è spesso inconscio ovvero la persona non ne è consapevole.
Le consiglio perciò di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per esprimere le sue emozioni presenti e passate e dare un significato ai suoi sintomi nell'attuale contesto della sua vita.
Con i migliori saluti ed auguri.
Risponde
Paola Pedinotti, Psicologo Psicoterapeuta
fiore (bergamo, 25-11-2007 16:12:53, )
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Gentile dottoressa, sono la mamma di Carlo, un bel bambino di 5 mesi, non sono felice come immaginavo durante la gravidanza. Sono sempre ansiosa e a tratti provo una sensazione di vuoto. Le chiedo se è normale quello che provo o se devo preoccuparmi e a chi posso rivolgermi.
La ringrazio cordialmente. Paola Pedinotti, 25-11-2007 17:21:15 Carissima mamma di Carlo, non ho alcun dato su di lei tranne che è una mamma, forse giovane, forse alla sua prima esperienza di puerperio, parto e alle prese con la realtà di un bambino "vero" da accudire, crescere, cullare, consolare quando piange, coccolare ecc.
Lei sta sperimentando tutta l'intensità di questa esperienza umana così coinvolgente sia fisicamente che emotivamente e non mi dice niente del suo contesto così che posso ipoteticamente immaginarla un po' sola, almeno questa sembra essere la sensazione che mi comunica. Un certo senso di tristezza e svuotamento è normale e fisiologico nelle prime settimane dopo il parto ma il persistere di malumore e senso di inadeguatezza richiedono una riflessione più attenta. Il suo disagio potrebbe attenuarsi se lei si sentisse un po' più protetta nella sua nuova vita da mamma?
Ma potrebbe anche trattarsi di una depressione post-parto. Colpisce una neomamma su dieci e può durare a lungo, tanto da compromettere il legame con il bambino. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta che potrà aiutarla a valutare l'entità del suo malessere ed, eventualmente, a recuperare tutte le sue risorse. Un abbraccio
Risponde
Paola Pedinotti, Psicologo Psicoterapeuta
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